Cenne da la Chitarra
Risposta per Contrari alla Corona
dei mesi
di Folgore da San Gimignano
Edizione
di riferimento: Poeti del Duecento, a cura di G. Contini, Milano-Napoli,
Ricciardi, 1960
Dedica
A la brigata avara senza
arnesi:
in tutte quelle parti dove sono,
davanti a' dadi e tavolier' li pono,
perché al sole stien tutti
distesi;
5 e in camicia stieno tutti i mesi
per poter più leggèr' ire
al perdono;
entro la malta e 'l fango gl'imprigiono,
e sien domati con diversi
pesi.
E Paglierino sia lor capitano;
10 e abbia parte di tutto lo scotto,
con Benci e Lippo savio da Chianzano,
Senso da Panical,
c'ha leggèr trotto.
Chi lo vedesse schermir giuso
al piano,
ciascun direbbe: E' pare un anitrotto
.
Di Gennaio
Io vi
doto, del mese di gennaio,
corti con fumo al modo montanese,
letta qual ha nel mare il genovese
acqua e vento che non cali maio,
5 povertà
[di] fanciulle a colmo staio,
da ber aceto forte galavrese
e star[e] come ribaldo in arnese,
con panni rotti, senza alcun denaio.
Ancor vi do così fat[t]o soggiorno:
10 con una vecchia nera, vizza e ranca,
catun gittando
[de] la neve a torno;
apresso voi seder in una banca,
e resmirando quel so viso
adorno;
così reposi la brigata
manca.
Di Febbraio
Di
febbraio vi metto in valle ghiaccia
con orsi grandi vecchi montanari,
e voi cacciando con rotti calzari;
la nieve metta sempre e si
disfaccia;
5 e quel
che piace a l'uno, a l'altro spiaccia:
con fanti ben ritrosi e bacalari;
tornando poi la sera ad osti cari,
lor moglie tesser tele ed ordir
accia.
E 'n questo vo' che siate senza manti,
10 con vin di pome, che stomaco affina;
in tal' alberghi gran
sospiri e pianti,
tremuoti, venti; e no sian con ruina,
ma sian sì forti, che
ciascun si smanti
da prima sera enfino la mattina.
Di
Marzo
Di marzo
vi riposo in tal manera:
in Puglia piana, tra molti lagoni,
e 'n essi gran mignatte e ranaglioni;
poi da mangiar abbiate sorbe e péra,
5 olio di
noci vecchio, mane e sera,
per far caldegli, arance e
gran cidroni;
barchette assai con remi e con timoni,
ma non possiate uscir de tal rivera.
Case di paglia con diversi
razzi;
10 da bere vin gergon, che sia ben nero;
letta di schianze e di gionchi piumazzi.
Tra voi signor[e] sia un priete fero,
che da nessun peccato vi dislazzi;
per ciascun luogo v'abbia un munistero.
Di
Aprile
Di aprile
vi do vita senza lagna,
tavani a schiera con aseni a tresca,
raiando forte perche
no v'incresca,
quanti ne sono in Perosa o Bevagna;
5 con birri
romaneschi di campagna
e ciascadun di pugna sì vi
mesca;
e quando quest'è a ciò che non riesca
restori i marri
de' pian de Romagna.
Per danzatori vi do vegli armini,
una campana la qual peggio sona
10 stormento sia a voi e non refini;
e quel che 'n millantar sì largo
dona
en ira vegna de li soi vicini
perché di cotal gente si
ragiona.
Di
Maggio
Il maggio
voglio che facciate en Cagli
con una gente di lavoratori,
con muli e gran distrier' zoppicatori:
per pettorali forti reste d'agli.
5 Intorno a
questo sìanovi gran bagli
di villan scapigliati e gridatori,
de' qual'
resolvan sì fatti sudori,
che turben l'aire sì che
mai non cagli;
altri villan
poi facendovi mance
10 di cipolle porrate e di
marroni,
usando in questo gran gavazze
e ciance:
in giù letame ed in alto
forconi;
vecchie e massai baciarsi per le guance;
di pecore e di porci si ragioni.
Di
Giugno
Di giugno
siate in tal[e] campagnetta,
che ve sien[o] corbi ed argironcelli;
le chiane intorno senza caravelli:
entro nel mezzo v'abbia una isoletta,
5 de la
qual esca sì forte venetta,
che mille parte faccia e ramicelli
d'acqua di solfo, e cotai gorgoncelli,
sì ch'ella adacqui ben tal contradetta.
Sorbi e pruni acerbi siano lìe,
10 nespole crude e cornie savorose;
le rughe sian fangose e stret[t]e vie;
le genti vi sian nere e gavinose,
e faccianvisi tante
villanie,
che a Dio ed al mondo siano noiose.
Di
Luglio
Di luglio
vo' che sia cotal brigata
en Arestano, con vin di pantani,
con acque salse ed aceti soprani,
carne di porco grassa apeverata;
5 e poi, diretro a questo, una insalata
di salvi' e ramerin, per star più sani,
carne de volpe guascotta a
due mani
e, a cui piacesse, drieto
cavolata;
con panni grossi e lunghi d
eremita:
10 e sia sì forte e [sì] terribil
caldo
com ha il solleone a la finita;
ed un brutto converso per
castaldo,
avaro, che si apaghi di tal
vita:
la moglie a ciaschedun sia' n manovaldo.
Di
Agosto
D'agosto
vi reposo en aire bella,
en Sinegal[l]ia, che mi par ben fina;
il giorno sì vi do, per medicina,
che cavalcate trenta migliatella,
5 e tut[t]i en trottier magri senza sella,
sempre lung'a un acqua di
sentina;
da l'altra parte si faccia tonnina,
poi ritornando a poso di macella.
E, se ben cotal
poso non vi anasa,
10 met[t]ovi en Chiusi, la cit[t]à sovrana,
sì stanchi tutti da non disfar
l'asa;
la borsa di ciascuno stretta e
vana,
e stare come lupi a boc[c]a
pasa,
tornando in Siena un die la
semana.
Di
Settembre
Di
settembre vi do gioielli alquanti:
àgor'e fusa, cumino e asolieri;
nottol'e chieppe
con nibbi lainieri;
archi da lana bistorti e pesanti;
5 barbagianni,
assiuoli, allocchi tanti
quanti ne son di qui a Monpeslieri;
guanti di lana, borsa da braghieri:
stando così a vostre donne davanti.
E sempre questo comperar e
vendere,
10 con tal mercadantìa il più
usando;
e di settembre tal diletto prendere;
e per Siena entro gir alto
gridando:
Muoia chi
cortesia vuol difendere,
ch i Salimbeni
antichi li diêr bando .
D’Ottobre
D'ottobre
vi conseglio senza fallo
che ne [la] Falterona
dimorate,
e de le frutta, che vi so',
mangiate
a riglie grand', e non vi canti gallo.
5 Chiare vi
son l'acque come cristallo;
or bevete, figliuoli, e
ristorate;
uccellar bon v'è a' varchi,
en veritate,
ché farete nel collo nervo e callo,
in quel[l]'aire, che[d]'è sot[t]ile e fina:
10 ben stanno en Pisa più chiari i pisani,
e l genovese
lungo la marina.
Prendere 'l mi' consegl' non siate vani:
arosto vi darò mésto con strina,
che 'l sentiranno i p[i]edi
con le mani.
Di
Novembre
Di
novembre vi metto in un gran stagno,
in qual parte più pò fredda
pianeta,
con quella povertà che non si acqueta
di moneta acquistar, che fa gran danno.
5 Ogni
buona vivanda vi sia in banno;
per lume, facel[l]ine da verdeta;
castagne con mele aspre di Faeta:
[i]stando tutti ensieme en
briga e lagno.
[E] fuoco
non vi sia, ma fango e gesso,
10 se no 'n alquanti luochi
di romiti,
che sia di venti miglia lo più presso;
di vin
e carne del tut[t]o sforniti:
[s]c[h]ernendo voi qual è
più laido biesso,
veggendovi star tutti sì sguarniti.
Di
Dicembre
Di
dicembre vi pongo in un pantano
con fango, ghiaccia ed ancor panni pochi;
per vostro cibo fermo fave e mochi;
per oste ab[b]iate un troio maremmano;
5 un cuoco
brut[t]o, sec[c]o, tristo e vano,
che vi dia colli guascotti
e, que', pochi:
e qual tra voi ha lumi, dadi o rochi
tenuto sia come tra savi un vano.
Panni rotti vi do e debrilati;
10 apresso questo, on[n]'omo en capegli;
bot[t]acci
di vin montanar fal[l]ati.
E chi ve mira sì se meravegli,
vedendovi sì brut[t]i e rabuf[f]ati,
tornando in Siena così bei fancegli.