Leon Battista Alberti
LETTERE
1.
Preclarissimo
viro Johanni Cos. de Medicis amicissimo in Florentia.
Salve. Che tu pigli chonfidentia in me mi piace. Et fai quello che si richiede alla benivolentia nostra antiqua. Et io, perché chosì chonosco essere mio debito, però desidero et per te et a tua richiesta fare qualunque chosa torni chommodità a chi te ama. Et maxime molto mi diletterà far chosa grata al tuo Sandro, per chui tu mi chiedi certa chomutatione di terreni al borgho. Sono certo, se non fusse chosa iustissima, non la chiederesti, né lui metterebbe te interpetre. Ma pur ti pregho lo chonforti, et io sarò, credo, chostì fra non molti dì, et vederemo la chosa, et sarò chollo archiepiscopo, senza cui consiglio proposi più fa di far nulla, et quello che tu stessi statuirai, farò di buona voglia. Interim vale.
Ex Roma x aprilis, tuus
Baptista de Albertis
[databile
intorno al 1450]
2.
Prestantissimo
viro Matheo de Pasti et caetera amico dulcissimo. In Arimino.
Salve. Molto mi fur grate le lettere tue per più rispetti, et fummi gratissimo el Signior mio facesse chome io desiderava, cioè ch'el pigliasse optimo chonsiglio chon tutti. Ma quanto tu mi dici che 'l Manetto afferma che le chupole deno esser due largezze alte, io credo più a chi fece Therme et Pantheon et tutte queste chose maxime che a llui, et molto più alla ragion che a persona. Et se lui si reggie a oppinione, non mi maraviglierò s'egli errerà spesso.
Quanto al fatto del pilastro nel mio modello, ramentati ch'io ti dissi, questa faccia chonvien che sia opera da per sé, peroché queste larghezze et altezze delle chappelle mi perturbano. Richordati et ponvi mente che nel modello sul chanto del tetto a man ritta et a man mancha v'è una simile chosa:
e dissi, questo pongho io qui per choprire quella parte del tetto, idest del choperto, qual si farà entro la chiesa, peroché questa larghezza dentro non si può moderare chon la nostra facciata, e vuolsi aiutare quel ch'è fatto, e non guastare quello che s'abbia a fare. Le misure et proportioni de' pilastri tu vedi onde elle naschono: ciò che tu muti si discorda tutta quella musica. Et ragionamo di choprire la chiesa di chosa leggiera. Non vi fidate su que' pilastri a dar loro charicho. Et per questo ci parea che lla volta in botte fatta di legniame fusse più utile. Hora quel nostro pilastro, se non risponde legato chon quello della chappella non monta, peroché quello della chappella non harà bisognio d'aiuto verso la nostra facciata, et se bem gli bisognerà, ello è sì vicino et quasi legato ch'el arà molto aiuto. Adonque se chosì per altro vi pare, seghuite el disegnio quale a mio iuditio sta bene.
Del fatto delli occhi, vorrei chi fa professione intendesse el mestier suo. Dichami perché si squarca el muro et indeboliscono lo edificio in far fenestre? Per necessità del lume. S'tu mi puoi chon men indebolire havere più lume, non fai tu pessime farmi quel incomodo? Da mam dricta a mam mancha dell'occio riman squarciato, et tanto archo quanto el semicircolo sostiene el peso di sopra: di sotto sta nulla più forte el lavoro per essere occio, et è obturato quello che debba darti el lume. Sonci molte ragioni a questo proposito, ma sola questa mi basti, che mai in edificio lodato presso a chi intese quello che niuno intende oggi, mai, mai vederai fattovi occhio se non alle chupole in luogho della chericha; e questo si fa a certi tempii, a Iove a Phebo, quali sono patroni della luce, et hanno certa ragione in la sua larghezza. Questo dissi per mostrarvi onde escha el vero.
Se qui verrà persona, quanto sarà in me darò ogni modo di satisfare al Signiore mio. Tu preghoti examina, et odi molti, et referiscimi. Forse qual che sia dirà chosa da stimarla. Raccomandami, s'tu lo vedi o scrivi, al Signiore a chui desidero in qualunque modo essere grato. Raccomandami al magnifico Ruberto et a Monsigniore el prothonotario, et a tutti quelli a chi tu credi che me amino. Se harò fidato, vi manderò Ecatomphile et altro.
Vale ex Roma xviii Novembris [1454]
Baptista Alberti
3.
Illustrissimo
principi domino Lodovico Gonzaga dignissimo marchioni Mantue domino meo unico
etc. in Milano.
Illustrissime princeps post recomendationem. Alla lettera della S.V. non accade altra risposta se non che in questo che me impone la S.V., et in ogni chosa maiore quale io possa, sono de buona voglia prompto sempre ad ubbedirvi. Adonque aspettarò. Ma perché io me sentiva non molto fermo della persona, et alchuni prudenti amici me chonfortavano ch'io mutassi per qualche dì aere, però pregai Piero Spagniuolo, secretario vostro, provedesse in qualche una delle vostre ville dove io per qualche dì potessi recrearmi. Parse a llui et imprima a me apto luogho la Chavriana, dove spero ire forse sabbato o lunedì proximo. De questo mi parse avvisarne la S.V. et ringratiare della benificentia quale io ricevo. Pregovi me stimiate, chome fate, vostro fedelissimo servidore. E' modoni de Santo Sabastiano, Sancto Laurentio, la logia et Vergilio sono fatti. Credo non vi despiaceranno.
Ex Mantua die 27 februarii [1460]
Serv. vostro d.
Baptista de Albertis
4.
Illustrissimo
principi et domino meo benignissimo domino Ludovico marchioni Mantue etc.
dignissimo.
Illustrissime princeps et domine mi singulare. Post recomendationem.
Io me rallegro chon gli altri vostri servidori della dignità quale ha nuper chonseghuita Monsigniore el Cardinale vostro figlio, per più respetti. Et certo dovemo noi altri esserne lieti, però che quando fra e' nostri maiori saranno simili homini degnissimi et modestissimi, la chiesa di Dio sarà chon più reverentia et maiestà presso di chi debba reverirla. Ma due chagioni anchora me accreschono questa letitia: l'una ch'ell'è seghuito quanto più dì fa stimavamo et aspettavamo ch'el sarebbe; l'altra si è che io spero vedere qui assiduo Monsigniore, a chui io porto somma reverentia et affectione per vostro rispetto et per sua virtù. Rengratione Dio, et a voi molto me raccomando.
Datum Rome die xxiiij Decembris 61.
Servitor devotissimo
Baptista de Albertis
5.
Illustrissimo
Principi domino Ludovico Marchioni Mantue.
Illustrissime princeps post recomendationem. Per vostre lettere intesi chome Pietro Spagniuolo vostro camerario m'avea scritto a' dì sopra passati. Non mi furono date le sue lettere, et desideravano resposta. Quanto me dite havete chosa se farà per me, gaudeo. El danaro si è apparecciato dove lo chiederete. Non ciercherò altro che solo el chonsiglio in queste della S.V., quale io desidero et spero vedere forse a mezza quaresema.
Raccomandomi alla S.V.
Ex Roma die 19 februarii 69.
Servitor vostro,
Baptista de Albertis
6.
Illustrissimo
domino meo Domino Marchioni.
Illustrissime domine mi post recomendationem. Luca tagliapietre me mostra una lettera della S.V sopra el titulo ad turrim etcet. Per hora me venne in mente de far questo che sarà con queste lettere. Iterum cogitabimus. Ceterum, io intesi a questi dì che la S.V. et questi vostri cittadini ragionavano de edificare qui a Sancto Andrea, et che la intentione principale era per havere gram spatio dove molto populo capesse a vedere el sangue de Cristo. Vidi quel modello del Manetti. Piaqqemi, ma non mi par apto alla intentione vostra. Pensai et congettai questo qual io ve mando. Questo sarà più capace, più eterno, più degno, più lieto; costerà molto meno. Questa forma de tempio se nomina apud veteres Etruscum sacrum. S'el ve piaserà, darò modo de notarlo in proportione. Raccomandomi alla V.S.
Servitor vostro
Baptista de Albertis.
[databile
intorno al 1470]