XXXIII
[Settembre 1823]
Santo nome, in fra i mortali
Quale è il nome che ti avanza?
Tu sei nome di speranza,
Tu sei nome di pietà.
5 Se d'Adamo il pazzo orgoglio
Al Signor ci fa ribelli,
Per te, o Madre, siam fratelli
Di Colui che ci creò.
Per te ancora al Ciel perduto
10 Nostra mente si solleva;
Tu ci togli al fallo d'Eva,
Tu ci torni al primo onor.
Quando pesa sul cuor mio
L'ingiustizia dei mortali,
15 Quando a me verranno i mali,
Il tuo nome invocherò.
Se dei troppi falli miei
Caggio sotto all'empie some,
Ripetendo il tuo bei nome
20 Io mi sento confortar.
Egli è umìl non men che mondo,
Questo giglio delle valli;
Né perch'Ella è senza falli
Mai rigetta chi fallì.
25 Ché ben sa che s'Ella intatta
Tutto corse il tristo esigilo,
È sol grazia del suo Figlio,
Che la volle preservar.
Tu se' gioia ai cuori afflitti,
30 Tu se' guida ai passi erranti,
Tu se' stella ai naviganti,
Tu se' grazia ai regnator.
Se la vita è un tristo calle
Tutto sparso di ruine,
35 Questa rosa in fra le spine
Il cammino allegrerà.
Tu conosci 1 nostri guai:
Per noi dunque il Figliuoi prega;
Se ad ogni uom Egli si piega,
40 Per la Madre che farà?
Non ti chieggo della terra
Le delizie passeggere,
Ne lo scettro del potere
Ne la febbre degli onor;
45 Prega Lui che alle nostre alme
Verso il Ciel dia corso e lena,
E la polvere terrena
Ci dia forza a disprezzar.
Fa che sempre io mi ricordi
50 Il colpevol viver mio,
Onde alfin, placato e pio,
Lo dimentichi il Signor;
Onde possa, ancor che indegno,
Rimirarlo senza velo,
55 E udir gli angioli del Cielo
Il tuo nome risuonar.
XXXIV
Tuam ipsius animam pertransivit gladius.
Luc, II, 35.
[14 marzo 1835]
Sì, che tu sei terribile!
Sì, che in quei lini ascoso,
In braccio a quella Vergine,
Sovra quel sen pietoso,
5 Come da sopra i turbini
Regni, o Fanciul severo!
È fato il tuo pensiero,
È legge il tuo vagir.
Vedi le nostre lagrime,
10 Intendi i nostri gridi,
Il voler nostro interroghi,
E a tuo voler decidi.
Mentre, a stornare il fulmine
Trepido il prego ascende,
15 Sordo il tuo fulmin scende
Dove tu vuoi ferir.
Ma tu pur nasci a piangere;
Ma da quel cor ferito
Sorgerà pure un gemito,
20 Un prego inesaudito;
E Questa tua fra gli uomini
Unicamente amata,
Nel guardo tuo beata,
Ebra del tuo respir,
25 Vezzi or ti fa; ti supplica
Suo pargolo, suo Dio;
Ti stringe al cor, che attonito
Va ripetendo: È mio!
Un dì con altro palpito,
30 Un dì con altra fronte,
Ti seguirà sul monte,
E ti vedrà morir.
Onnipotente . . . . .
XXXV
Strofe da cantarsi da un
coro di giovanetti alla prima Comunione nella I[mperial]
R[egia] Chiesa prepositurale di Santa Maria della
Scala in S. Fedele, Milano.
[1832]
Sì, Tu scendi ancor dal cielo;
Sì, Tu vivi ancor tra noi;
Solo appar, non è, quel velo:
Tu l'hai detto; il credo, il so;
5 Come so che tutto puoi,
Che ami ognora i tuoi redenti,
Che s'addicono 1 portenti
A un amor che tutto può.
[1837]
Chi dell'erbe lo stelo compose?
10 Chi ne trasse la spiga fiorita?
Chi nel tralcio fe' scorrer la vita?
Chi v'ascose dell'uve il tesor?
Tu, quel Grande, quel Santo, quel Bono,
Che or qual dono il tuo dono riprendi;
15 Tu, che in cambio, qual cambio! ci rendi
Il tuo Corpo, il tuo Sangue, o Signor.
Anche i cor che t'offriamo son tuoi:
Ah! il tuo dono fu guasto da noi;
Ma quell'alta Bontà che li fea,
20 Li riceva quali sono, a mercè;
E vi spiri, col soffio che crea,
Quella fede che passa ogni velo,
Quella speme che more nel cielo,
Quell'amor che s'eterna con Te.
[1832]
25 Ostia umìl, Sangue innocente;
Dio presente, Dio nascoso;
Figlio d'Eva, eterno Re!
China il guardo, Iddio pietoso,
A una polve che Ti sente,
30 Che si perde innanzi a Te.
[1834]
Questo terror divino,
Questo segreto ardor,
È che mi sei vicino,
È l'aura tua, Signor!
35 Sospir dell'alma mia,
Sposo, Signor, che fia
Nel tuo superno amplesso!
Quando di Te Tu stesso
Mi parlerai nel cor!
[1834]
40 Con che fidente affetto
Vengo al tuo santo trono,
M'atterro al tuo cospetto,
Mio Giudice, mio Re!
Con che ineffabil gaudio
45 Tremo dinanzi a Te!
Cenere e colpa io sono:
Ma vedi chi T'implora,
Chi vuole il tuo perdono,
Chi merita, Chi adora,
50 Chi rende grazie in me.
[1832]
Sei mio; con Te respiro:
Vivo di Te, gran Dio!
Confuso a Te col mio,
Offro il tuo stesso amor.
55 Empi ogni mio desiro;
Parla, ché tutto intende,
Dona, ché tutto attende,
Quando T'alberga, un cor.
XXXVI
Vieni, o Signor: ripòsati,
Regna nei nostri petti,
Sgombra da' nostri affetti
Ciò che immortal non è.
5 Discendi: ogni tua visita
Prepari un tuo ritorno,
Fino a quell'aureo giorno
Che ci rapisca in Te.